Oro, punto di svolta in arrivo

Recentemente le quotazioni dell’oro hanno ripreso nuovamente a risalire dopo essersi prese una breve pausa di consolidamento. Le motivazioni di questo nuovo strappo rialzista derivano principalmente da due fattori:

  • Le tensione geopolitiche sempre dietro l’angolo
  • La debolezza del dollaro americano insieme ai dati macroeconomici statunitensi

Per ciò che riguarda la parte dei fondamentali possiamo dire che, superate ma non dimenticate le tensione fra Stati Uniti e Corea del Nord, al momento l’attenzione di Trump è rivolta all’Iran e agli accordi sul nucleare, fattore che sembra di nuovo poter seminare il panico sui mercati finanziari.

Anche la situazione in Europa, con i vari focolai indipendentisti, ultimo in ordine cronologico il fronte spagnolo della Catalogna, non sembra molto chiara dopo le ulteriori incertezze provocate dalle elezioni tedesche e l’arrivo imminente di quelle austriache con il problema immigrazione che aumenta le voglie di uscita dal progetto originale dell’Unione Europea.

Oro, la chiave di lettura è il dollaro americano

Analizzando invece i dati macroeconomici possiamo notare come la debolezza della valuta americana stia proseguendo ormai da tempo, sia nei confronti dell’euro che dell’indice del dollaro americano che confronta un paniere delle principali valute contro quella statunitense.

Se l’occupazione ha subito un rallentamento solo a causa delle vicende climatiche temporanee dovute ai disastri degli uragani che hanno colpito parte degli Stati Uniti, l’inflazione resta però la palo rispetto ai target prefissati e gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio sono stati inferiori alle attese generando ulteriore debolezza.

La Federal Reserve con la pubblicazione degli ultimi verbali non ha svelato nulla di nuovo ed anzi appare più guardinga verso i dati che usciranno prossimamente riservandosi di valutarli al meglio già nel prossimo meeting di novembre.

In realtà l’ultimo rialzo tassi del 2017 appare più che scontato dal mercato, fattore che non porterà probabilmente ad un rafforzamento del dollaro, mentre l’attenzione degli operatori è rivolta sopratutto al 2018 quando si cercherà di capire quale direzione prenderà la Fed in termini di politica monetaria.

Oro, il quadro grafico

Dal punto di vista grafico, il livello attuale dei 1300$ è molto importante sia come soglia psicologica che come spinta rialzista avendo violato una trendline ribassista di medio termine partita dal 2011, come evidenziato sul grafico settimanale.

A mio avviso, senza ulteriori novità sopratutto dal lato fondamentale, il primo target importante potrebbe essere nell’area intorno a 1375$, una sorta di fine della corsa e che potrebbe essere raggiunto in maniera graduale con qualche fase di consolidamento naturale.

A quel punto la situazione sarà determinata da quello che accadrà sul mercato valutario con Trump e il dollaro protagonisti e se dovesse riprendere la politica di rialzo tassi d’interesse da parte della Fed allora il gold potrebbe indebolirsi muovendosi in quello che poi è un range degli ultimi anni con una base intorno ai 1150$.

oro

Oro, consigli operativi

Nel breve termine la mia idea resta rialzista con obiettivo la zona dei 1375$, tuttavia entrerei ora solo su eventuali ritracciamenti perchè nel medio termine è probabile che a meno di eventi particolari, la corsa dell’oro potrebbe finire riportandolo di nuovo sui livelli medi degli ultimi anni.

Dall’altro lato da segnalare come i metalli preziosi in genere vivano un momento di discreto rialzo con il palladio più performante di tutti e vicino a sempre nuovi massimi storici mentre l’argento conferma una maggiore debolezza di fondo.

E proprio il silver, spesso associato in spread trading all’oro, potrebbe darci un primo segnale di indebolimento dell’oro nel caso proseguisse nella sua risalita piuttosto incerta.

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