Omni Partners, uno dei più grandi hedge fund di Londra, che gestisce all’incirca 965 milioni di dollari, al momento rimane pessimista sull’economia Cinese, rincarando la dose, dichiarando che lo yuan potrebbe perdere come minimo il 15% nel 2016, e ancora di più se la nazione avesse una crisi di credito.
La moneta, ha toccato i minimi di cinque anni fa la scorsa settimana, perdendo circa l’1,4% la scorsa settimana, mentre l’indice di Shanghai il 6,59%.
Secondo Morrison (un trader di Omni Partners):
Le autorità cinesi stanno intervenendo pesantemente sul mercato del dollaro-yuan, ma le previsioni di un tasso di cambio così basso sarebbero troppo conservatrici se la Cina dovesse avere una crisi del credito.
Una delle più grandi perdite settimanali dello yuan (tenendo conto della grande svalutazione iniziata l’11 agosto) ha spinto le banche tra cui Goldman Sachs e ABN Amro Bank, a tagliare le stime nei confronti della valuta asiatica.
Il mercato delle opzioni sta anche segnalando che lo yuan ha abbondanza di spazio per correre (al ribasso), infatti c’è una probabilità del 33% che lo yuan si indebolirà ulteriormente.
Avere una moneta in declino, un debito pari al 280% del prodotto interno lordo (PIL) e un mercato azionario volatile, ha portato il premier Li Keqiang ha fare straordinari per rilanciare un’economia che sta crescendo ad un ritmo più lento da 25 anni a questa parte. L’intervento stabilizzatorio da parte del governo cinese sullo yuan per quasi quattro mesi dopo la svalutazione dell’11 agosto, ha portato per la prima volta ad un declino annuale nelle riserve valutarie mentre i deflussi di capitale sono aumentati.
Mentre uno yuan più debole sarebbe a favore della Cina nel settore delle esportazioni, il rovescio della medaglia è che aumentano i rischi per i mutuatari in valuta estera della nazione, e secondariamente aumenta la speculazione sul rallentamento della più grande economia asiatica.
La moneta scambiata a Shanghai è salita dello 0,17% a 6,5823, nella giornata di lunedì, dopo che la banca centrale ha mantenuto il tasso di riferimento stabile della valuta per il secondo giorno consecutivo. Gli yuan scambiati in mare aperto, avanzano dello 0,13% a 6,6745. La differenza tra il tasso di Hong Kong e quello di Shanghai è salito ad un record del 2,9% la scorsa settimana, spingendo il Fondo monetario internazionale a discutere la diffusione di questa moneta con le autorità.
Stime di taglio sullo yuan
Goldman la scorsa settimana ha tagliato le sue previsioni annuali sullo yuan nei confronti del dollaro, stessa cosa ha fatto ABN Amro, la quale ha rivisto la stima del cambio a 6,70 da 6,55. Macquarie Bank ha tagliato la sua previsione da 6,7 a 6,43, mentre Standard Chartered ha ridotto la sua stima a 6,62 per la metà del 2016 e di 6,56 entro fine anno.
La banca centrale in Cina la scorsa settimana, ha concluso una corsa di otto giorni, per quanto riguarda la riduzioni del tasso di riferimento dello yuan che ha innescato onde d’urto attraverso i mercati finanziari. La debolezza dello yuan rischia di innescare un ciclo di svalutazioni, il ministro delle Finanze del Messico ha dichiarato che la banca centrale del suo paese ha speso 400 milioni di dollari per sostenere la sua moneta il 7 gennaio.
Sempre secondo Morrison:
Questa è la difficoltà principale che ogni nazione sta avendo con la Cina, ma quello che sappiamo è che un 2% di movimento valutario non è così grande, quindi è per questo che hanno un potenziale per fare molto di più nel lungo periodo (12 mesi)
Politica della Banca Centrale della Cina
La Banca Popolare della Cina ha dichiarato in ritardo, nella giornata di venerdì, che manterrà prudente la politica monetaria nel 2016, e che creerà un ambiente appropriato. Essa ha aggiunto che manterrà i tassi di cambio yuan “sostanzialmente stabili” a un livello ragionevole e equilibrato.
FONTE: Bloomberg