Starbucks e Fiat condannate dall’UE

Le due note aziende multinazionali sono da poco state condannate dalla Commissione europea, a seguito di un’indagine avviata nel giugno 2014.

Secondo la Commissione, infatti, Fiat ha ricevuto vantaggi fiscali illeciti dal Lussemburgo, mentre la nota catena di caffè americana è stata condannata per un regime fiscale selettivo nei Paesi Bassi.

Perchè sono stati condannati dall’UE?

Il motivo delle due condanne sono stati due “ruling fiscali” emessi dalle autorità dei vari paesi.

Preso di per sé, il ruling non è illegale: esso altro non è se non un’informativa che gli stati inviano alle varie aziende avvisandole le modalità di calcolo delle imposte societarie.

I ruling che sono stati presi in esame dalla Commissione, però, sono stai creati in maniera artificiosa per falsare la realtà economica, permettendo un’imposizione fiscale più bassa.

In particolare, i prezzi di trasferimento (cioè i prezzi che si impongono alla vendita di beni tra aziende che fanno parte dello stesso gruppo) erano stati modificati artificialmente proprio da questi ruling illeciti.

In questa maniera è possibile trasferire la maggior parte degli utili (attraverso, appunto, questi prezzi di trasferimento sfalsati) a società estere del gruppo, possibilmente un paese a regime fiscale agevolato, oppure falsare l’utile finale che dovrebbe risultare.

E’ stato in questo modo che Starbucks ha trasferito gran parte dei suoi utili all’estero, e che Fiat ha abbassato notevolmente gli utili soggetti a imposta.

Questo è, ovviamente, illegale secondo le norme UE: in questa maniera si concede ad alcune aziende un vantaggio concorrenziale sleale, soprattutto a svantaggio delle PMI.

Le sanzioni

L’UE ha quindi ordinato ai due paesi di esigere le tasse che erano state indebitamente scontate alle aziende: in totale, entrambe le imprese dovranno versare circa 20 milioni di euro.

Ovviamente, le due aziende non potranno giovarsi ulteriormente del ruling fiscale agevolato, e la Commissione assicura che controllerà le situazioni anche degli altri stati.

E tu, ritieni questo un ottimo passo per assicurare una concorrenza leale nell’UE oppure no?

FONTE: Rappresentanza in Italia della Commissione europea

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