Arrivano 2 miliardi di fondi strutturali, ma a cosa servono questi fondi?

La notizia risale a giovedì (il 25) scorso: l’Unione Europea ha approvato il programma operativo per le imprese dedicato al periodo 2014/2020: 2.4 miliardi di euro arriveranno quindi in Italia, di cui 1.7 miliardi che provengono dal FESR.

Il programma è specificatamente dedicato alle regioni italiane meno sviluppate, con l’obiettivo di rafforzare la crescita. Come?  Attraverso un rafforzamento della ricerca, l’incoraggiamento all’innovazione ed allo sviluppo tecnologico oltre che alla migliore disponibilità d’uso e di accesso dell’ITC.

L’obiettivo di medio termine è quello di stimolare le PMI a crescere e a diventare più competitive, il tutto con una transizione che permetta una produzione a basse emissioni di carbonio.

In particolare, da questa operazione di finanziamento l’Unione Europea si attende un aumento della banda larga ad una velocità di almeno 100 mbps dell’85%, ed un incremento del 95% nella condivisione dell’energia rinnovabile consumata.

Cosa sono i fondi strutturali stanziati dall’Unione Europea?

I fondi strutturali altro non sono se non lo strumento con cui L’unione europea finanzia cittadini, imprese, associazioni o qualsivoglia ente che ne abbia bisogno e lo meriti.

I fondi si dividono in due tipi: i primi sono i fondi diretti, erogati direttamente dalle varie direzioni generali della Commissione europea. In questo caso il finanziamento non ha intermediari, e giunge subito al vincitore del bando.

Il secondo tipo è invece quello dei fondi strutturali: come dice il nome, essi mirano a intervenire a livello strutturale nei vari paesi membri. Tali fondi vengono quindi assegnati in base ad uno specifico indice di priorità, che vengono definite dalla Commissione europea ogni sette anni.

Per ogni paese, in base ai vari livelli di priorità raggiunti, viene quindi stabilita una determinata cifra. I vari stati non possono spendere il denaro senza renderne conto, ovviamente, poiché dovranno redigere un documento che spieghi alla Commissione come verranno utilizzati i soldi a disposizione.

Questo documento è chiamato Accordo di Partenariato, e può essere soggetto a modifiche prima dell’approvazione, grazie alle varie discussioni tra il paese e la Commissione stessa.

Che cos’è l’Accordo di Partenariato

L’accordo di partenariato deve quindi contenere i diversi programmi operativi, scissi in programmi nazionali e regionali. In esso devono trovare espressione le priorità rilevate dal paese e delle varie regioni interessate.

Per l’applicazione pratica dei progetti devono poi essere stabiliti degli uffici ad hoc, che si occuperano di redigere e poi selezionare i vincitori dei vari bandi.  I vari uffici sono solitamente coordinati da un ente centrale: in Italia, esso è il Ministero dello Sviluppo Economico.

E tu, sapevi già cos’erano questi fondi strutturali stanziati dall’Unione Europea?

FONTE: Rappresentanza della Commissione Europea in Italia

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