L’economia della Germania

Settimana scorsa abbiamo parlato dell’economia del nostro paese, l’Italia.
Questa settimana parleremo invece di un nostro “vicino”, conosciuto spesso nel Vecchio Continente come la “locomotiva d’Europa”: la Germania.

Come tutti sanno, l’economia tedesca è forte e sviluppata, anche se negli ultimi periodi ha risentito parecchio della crisi globale.

  1. Settore primario
  2. Settore secondario
  3. Bilancia commerciale
  4. Occupazione/Disoccupazione
  5. Piani Statali per l’Economia 

L’Economia Tedesca

Il settore primario

L’economia tedesca è senza alcun dubbio piuttosto ricca, grazie anche all’utilizzo all’avanguardia di diversi macchinari e tecniche scientifiche. Di contralto, il suolo spesso è scarsamente coltivabile: molte zone dell’est sono infatti sabbiose o paludose.

Paradossalmente, le zone più fertili sono quelle centrali, delle valli dei fiumi, che però sono spesso occupate da fabbriche industriali, il vero traino del paese.

Primato della nazione è la produzione di patate (cibo nazionale tedesco). Altre produzioni importanti sono quelle del luppolo (da cui si ricava la birra, bevanda nazionale tedesca), le barbabietole da zucchero, i cereali ed il lino.

Produzioni minori, anche se meno importanti, sono quelle di alcuni ortaggi particolarmente resistenti al freddo, fra cui cavoli, cavolfiori, cipolle e carote.

L’allevamento è piuttosto importante, visto che la Germania conta 26 milioni di suini e 14 milioni di bovini. Particolarmente importante è anche la produzione della carta, a causa dell’editoria prolifica del paese.

Il settore secondario

L’industria è assolutamente fondamentale per l’economia del paese, visto che produce ben il 27.2% del PIL. Traino principale è il settore automobilistico, per cui il paese è il quindi esportatore al mondo.

Volkswagen, BMW, Daimler, Porche, AG-Mercedes sono solo le più famose imprese automobilistiche del paese.

La metallurgia tedesca, però, non si esaurisce qui: la Germania eccelle anche nella produzione di motociclette, materiale ferroviario, elettrodomestici, elettronica strumentale (Siemens), microelettronica.

Il paese è poi famoso anche per la produzione di strumenti musicali (in particolare pianoforti), per la produzione di orologi (soprattutto nella zona dell’Est, Turingia); mentre Norimberga è famosa per la produzione di giocattoli.

Anche la chimica ha tradizioni radicate nel paese, che derivano dalle passate necessità di guerra. Da qui la produzione di medicinali, cosmetici e detersivi (marche famose sono quelle della Henkel, Bayer, Sanofi Aventis).

La bilancia commerciale tedesca

La Germania è al terzo posto del podio mondiale nella bilancia commerciale, sia per l’import sia per l’export.

Dal 2001 in poi (negli anni precedenti la situazione è stata più complessa, a causa della necessità di importare i capitali per la riunificazione, e al loro rimborso) la Germania ha sempre avuto un saldo positivo nella bilancia commerciale, ed anche con valori molto elevati.

Le esportazioni sono per lo più di macchinari, automobili, prodotti chimici e metalli. I paesi più interessati da queste esportazioni sono Francia, USA e Paesi Bassi.

Le importazioni provengono invece principalmente da Paesi Bassi, Cina e Francia, e derivano principalmente nei settori meccanici, automobilistici, metallurgici e chimici.

L’occupazione

Il tasso di disoccupazione della Germania, attualmente, è pari al 4.7%, persino più basso dei dati registrati nel 2013, pari al 4.9%. Nell’ultimo anno, l’occupazione è cresciuta dello 0.9%, raggiungendo un livello record per l’ottavo anno consecutivo.

economia

I piani statali per l’economia

Ad oggi, l’economia tedesca è in una situazione delicata.

Sebbene la sua bilancia commerciale sia nettamente in positivo e l’occupazione sia ai massimi storici, il paese non è privo di tensione.

Il recente piano del primo ministro Angela Merkel di accogliere i rifugiati siriani ha portato infatti estrema tensione nel paese, soprattutto nella zona più  povera, quella a Est. Nelle zone orientali stanno infatti prendendo sempre più piede alcuni movimenti xenofobi estremisti, come Pegida, che non concorda con gli ideali di tolleranza della forza al governo.

Servono, secondo alcuni esperti, piani per sostenere l’accettazione delle diverse culture, in modo da poter integrare i migranti ed evitare eccessi da ambo i lati.

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