Dopo alcune settimane passate a parlare dell’economia di stati lontani ed esotici torniamo al conosciuto mondo occidentale, approfondendo l’economia degli Stati Uniti d’America.
L’economia degli USA è la più grande al mondo per valore aggiunto. Gli Usa hanno iniziato a svilupparsi in maniera sostanziale dopo la seconda guerra mondiale, in particolare nel periodo tra gli anni cinquanta e ottanta.
Ecco gli argomenti che tratteremo:
Il settore primario
L’allevamento è indubbiamente sviluppato nel paese, anche se a seconda delle zone esso ha fini differenti. In Texas l’allevamento è principalmente dedicato alla creazione di carni da macellazione, mentre nella zona degli Appalachi e dei grandi laghi il bestiame è dedicato principalmente alla produzione di latte.
L’agricoltura nel paese è di tipo estensivo, e si differenzia in diverse fasce, chiamate counemente “cinture”.
La cosiddetta cintura del grano comprende la parte centrale del paese (a causa del clima secco, difficilmente adatto ad altre coltivazioni). Anche nel Minnesota, nel Dakota e nel Montana viene coltivato lo stesso tipo di cereale.
La cintura del granoturco, invece, comprende stati con clima mite per tutto l’anno; quindi Iowa, Nebraska, Indiana. La grande resa di questa coltivazione ha portato il paese a diventare il primo produttore mondiale di granoturco.
Nel sud del paese, invece, la cintura del cotone è quasi totalmente scomparsa. Attualmente la coltivazione del cotone è limitata al Texas, Mississipi, Arizona e California. Il paese è attualmente grande coltivatore di tabacco, riso, arachidi e canna da zucchero, soprattutto nelle zone del sud. Notevole anche la produzione di legname.
Gli USA sono il sesto paese al mondo per la quantità di pesce pescato; fiorente è anche l’allevamento di ostriche e aragoste.
Il settore secondario
L’industria è uno dei settori di punta della nazione insieme al terziario. Importanti sono le industrie del petrolio, delle armi, dei prodotti di largo consumo, delle automobili, dell’elettronica e dell’informatica e l’industria aerospaziale.
A partire dagli anni ’70, l’industria sta perdendo terreno nell’economia americana, a favore di servizi e prodotti ad alto valore aggiunto.
Il settore secondario è stato favorito principalmente da tre fattori: l’abbondanza di capitali nel paese, la tecnologia all’avanguardia e la capacità di diffondere i loro prodotti nel mondo.
Indubbiamente, l’abbondanza delle risorse minerarie della nazione ha contribuito allo sviluppo del settore, creando quella che è stata definita la “cintura della manifattura”, che si estende principalmente nel nord est, con avanzamenti verso il sud e l’ovest.
Occupazione/Disoccupazione
Abbiamo parlato più volte della situazione occupazionale degli USA, e di come la crisi (soprattutto verso la fine del 2009) abbia innalzato sensibilmente il tasso di disoccupazione del paese.
Possiamo vederlo dal grafico: anche se la situazione si è assestata rispetto al 2009 (in cui il tasso di disoccupazione sfiorava i 10%), l’occupazione è sempre più bassa rispetto ai livelli registrati prima del 2008.
I piani statali per l’economia
Come abbiamo già detto, il regredire dell’industria a favore del settore terziario e dei servizi avanzati, problema comune a tutto il mondo occidentale ma particolarmente presente negli USA, non ha ancora trovato una soluzione, e molti ritengono che il problema sia stato finora sottovalutato.
Il debito pubblico è un altro problema particolarmente sensibile per la nazione: nel 2009 esso valeva quanto l’83% del PIL. Parte sensibile del debito pubblico è detenuta poi da persone fisiche e nazioni straniere (in particolar modo dalla Cina e dal Giappone).