Grexit: e se la Grecia uscisse dall’euro?

Ieri il ministro degli Interni greco, Nikos Voutsis, ha annunciato che il 5 Giugno non verrà versata la rata per il prestito del Fondo Monetario Internazionale, dichiarando:

Le quattro rate per l’Fmi valgono un miliardo e 600 milioni, questo denaro non sarà versato e non ce n’è da versare.

Con questa dichiarazione si è aperto un dibattito sull’ipotesi concreta di un “Grexit”, ossia dell’uscita della Grecia dall’Eurozona.

In questo articolo ci occuperemo delle varie conseguenze a cui potrebbe portare tale ipotesi.

Le conseguenze per la Grecia

Innanzi tutto va chiarito che in nessun trattato è prevista l’uscita dall’Eurozona, solo nel Trattato di Lisbona è prevista l’uscita dall’Unione Euoropea, quindi, in teoria, non si potrebbe uscire dall’Eurozona senza uscire dall’UE. In pratica, però, un paese può far richiesta di uscire dall’euro senza dover per forza rinunciare a far parte dell’Unione Europea, ne seguirà un procedimento lungo e tortuoso.

Esperti analisti hanno stimato che se la Grecia tornasse al dracma ci sarebbe una svalutazione che si aggira tra il 40 e il 50% solo nel primo anno, inoltre, rinunciando alla moneta unica uscirebbe dal mercato unico europeo, trovandosi a dover ricostruire nuovi rapporti commerciali.

Considerando che la Grecia non ha un’economia forte e non possiede alcun tipo di materie prime, le conseguenze sull’economia del Paese e sul tenore di vita dei cittadini sarebbe disastroso: l’inflazione crescerebbe esponenzialmente con una conseguente precipitazione del potere di acquisto dei cittadini.

Teniamo conto anche del fatto che il Grexit comporterebbe quasi sicuramente il default dello Stato greco.

grexit

Le conseguenze per l’Europa

In un’intervista alla BBC il ministro delle Finanze Greco Yannis Varoufakis ha affermato che un eventuale Grexit sarebbe “catastrofico” per l’Eurozona dichiarando che:

⌈…⌉ sarebbe l’inizio della fine per il progetto dell’euro. Se ci si trova in un’unione monetaria uscirne è catastrofico ⌈…⌉ una volta che si mette nella testa degli investitori che l’euro non è indivisibile è solo una questione di tempo prima che tutto inizi a disfarsi.

In pratica, se ci fosse un Grexit ci sarebbe un’elevata speculazione sul crollo dell’euro rispetto alle altre principali valute mondiali, perchè esso non verrebbe più visto come un vero e proprio progetto politico, ma semplicemente come un accordo di cambi fissi tra i Paesi membri dell’Eurozona.

Non solo, lo Grexit avrebbe anche una conseguenza immediata sul famoso spread tra Btp e Bund, che attualmente e a “livello di sicurezza”, cioè tra i 120 e i 130 punti, facendolo crescere esponenzialmente. Questo porterebbe all’aumento del tasso di rendimento dei Btp, di conseguenza aumenterebbero anche il costo per finanziare i Paesi e quindi i loro debiti pubblici.

In ogni caso la Grecia ha intenzione di ridiscutere della questione durante il G7 che si terrà dal 27 al 29 Maggio a Dresda. In merito il premier greco Tsipras ha dichiarato:

Abbiamo mostrato la volontà di arrivare a una soluzione reciprocamente vantaggiosa. Ma chiediamo ai nostri partner lo stesso rispetto e la stessa disponibilità a fare più concessioni. Abbiamo fatto i nostri compiti, ora che è arrivato il momento che l’Europa faccia la sua parte.

Le conseguenze per l’Italia

A questo proposito le opinioni sono diverse.

Il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan ha una visione simile a quella del ministro greco, anche se non così “catastrofica”. In merito all’argomento ha affermato che:

se la Grecia esce dall’euro sono possibili shock anche per noi. Il contagio a breve termine non mi preoccupa perchè ci sono gli interventi in corso della Bce e il Quantitative Easing è uno scudo che funziona. Inoltre, la situazione italiana è molto più solida rispetto a due o tre anni fa. ⌈…⌉ Il vero problema è nel medio periodo. Se ci fosse una Grexit, se Atene abbandonasse l’euro, l’Unione monetaria diventerebbe un animale diverso. Un insieme da cui si può uscire non sarebbe più irreversibile. ⌈…⌉ Questo cambierebbe i prezzi, laddove ci fossero tensioni. Se entriamo in un contesto nel quale c’e’ una possibilità in più, quella dell’uscita dall’euro, il sistema diventa in generale più fragile e meno capace di assorbire gli shock

L’economista Luigi Zingales è un po’ più pessimista e in un’intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica”, ha detto:

A questo punto ritengo probabile un default della Grecia, anche se non tutto è perduto, esistono ancora margini di trattativa e le posizioni sono avvicinabili. Se però così fosse, con Atene fuori dall’euro, non solo l’Italia rischierebbe di perdere almeno 20 miliardi di prestiti diretti, ma sarebbe la prossima in lista.

Non è dello stesso avviso l’economista Riccardo Puglisi, che questa mattina nel programma televisivo Omibus (trasmesso sul canale La7) ha affermato che il risparmio privato italiano è molto più elevato rispetto a quello greco (il 6% contro il 3%) e che esso basterebbe a coprire il debito pubblico, quindi un default sarebbe improbabile.

Insomma si fanno molte previsioni, ma non si sa nulla di preciso. Di sicuro in questi giorni ci saranno interessanti e nuovi sviluppi.

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