Jobs Act: qualche indiscrezione

In tempi così critici, è scontato sottolineare quanto il lavoro sia fondamentale, sia per permettere alle famiglie di mantenere uno stile di vita dignitoso, sia per permettere allo stato di risollevarsi e scrollarsi di dosso gli ultimi residui della crisi.

Ovviamente il Governo è molto interessato a tale problematica, tanto che non è mai mancato un commento del premier Matteo Renzi ad ogni nuovo dato sull’occupazione.

Quasi a non voler designare un vero vincitore tra il positivismo renziano (che sostiene come le novità introdotte dal governo abbiano risollevato il paese, tesi fortemente sostenuta da tutto il governo e, più in generale, dalla maggioranza PD) ed il pessimismo di tutta l’opposizione; il livello di occupazione nel paese si rivela molto altalenante, tra picchi positivi e negativi che non rendono facile trarre conclusioni.

D’altronde è indubbio quanto l’argomento sia delicato, per questa ragione a Palazzo Chigi i lavori continuano, approfittando dei momenti di poca attenzione mediatica per procedere con il lavoro.

Jobs Act, in (eterna) attesa dell’approvazione definitiva

E’ arrivata ieri sera all’attenzione del Consiglio dei Ministri, o almeno questi erano i tempi pattuiti, salvo imprevisti, la bozza del Jobs Act, ancora in attesa di approvazione definitiva.

Nonostante ancora non siano state rilasciate dichiarazioni ufficiali, i temi generali (ed una breve anteprima) sono già stati diffusi.

Cambiano le regole per il congedo parentale

Se è vero che il lavoro è fondamentale, altrettanto vero è che i giovani sono necessari al nostro paese, ed è quindi necessario e fondamentale dare ai genitori la possibilità di accudire i pargoli (prerogativa fondamentale per incoraggiare le nascite, è indubbio infatti che l’assenza di facilitazioni ai neogenitori scoraggia molti dall’avere bambini).

A questo proposito è previsto un ampliamento del congedo parentale.

Il congedo parentale è il diritto dei genitori (sia madre che padre) di assentarsi dal lavoro per accudire i propri figli. Fino ad ora permetteva alla madre ed al padre di avvalersi, rispettivamente, di un massimo di sei mesi di “ferie pagate” per accudire il figlio, entro i suoi primi otto anni di vita.

Il periodo per il padre è estendibile a sette mesi in totale (posto che lui abbia usufruito di almeno tre mesi), per incoraggiare il membro maschile a dedicarsi alla cura dei figli, in modo da contrastare la divisione tipica dei ruoli.

La madre, d’altronde, gode del congedo di maternità per i 5 mesi precedenti e successivi al parto. Grazie al Jobs Act, il periodo in cui sarà possibile beneficiarne sarà allungato ai primi 12 anni di vita del figlio, e non più degli 8 iniziali.

Sempre per incentivare la natalità, è allo studio l’ipotesi “di finanziare servizi di baby sitting e asili pubblici in prossimità dei luoghi di lavoro o di residenza della lavoratrice o, in alternativa, l’incentivazione di servizi innovativi quali il ‘nido di famiglia’ o la ‘tagesmutter’“.

Novità anche per la Cassa Integrazione

Anche la Cassa Integrazione vede delle modifiche: la durata massima complessiva (sia di quella ordinaria che di quella straordinaria) sarà di 24 mesi in 5 anni, dimezzando il tempo attualmente disponibile. Se si fa ricordo alla solidarietà, il tetto può salire fino a 36 mesi.

E a te, questo jobs act che te ne pare? Sei soddisfatto, o servirebbe concentrarsi su altri punti?

FONTE: ANSA

Post a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *