Pensioni sempre più costose, la colpa è dell’invecchiamento

Come la Fornero, a suo tempo, abbia annunciato la tanto odiata riforma delle pensioni che aveva annullato l’adeguamento delle stesse all’inflazione, è storia.

Come la Corte Costituzionale abbia sentenziato l’incostituzionalità di quella manovra, ne abbiamo parlato noi (per chi se lo fosse perso:”Le pensioni non si toccano“) a suo tempo.

Poco tempo dopo, abbiamo riferito anche delle decisioni prese dal Governo, dell’approvazione (all’epoca) dei vertici europei e del deciso no espresso invece da sindacati e dal Movimento 5 stelle (ne abbiamo parlato in questo articolo: “Pensioni: ok per UE, no per CGIL e M5S“).

Il bollettino della BCE sulle pensioni

Si sa, però, che nulla è certo. In particolare, in questo caso, quello che non parrebbe essere certo è il giudizio dei vertici dell’Eurotower sull’aggiustamento arrangiato da Renzi per sistemare le pensioni.

E’ da poco sbarcato anche sui nostri lidi, infatti, il bollettino europeo proveniente dalla BCE, ove si può leggere come “le nuove proiezioni sui costi dell’invecchiamento di alcuni paesi dell’Eurozona sono soggette a rischi negativi, a causa di una possibile inversione delle riforme pensionistiche adottate”.

Cosa vuol dire questo elaborato periodo?

Sostanzialmente che, a meno di nuovi arrangiamenti sul nostro sistema pensionistico, poiché siamo una nazione in cui i vecchi sono molto più presenti dei giovani (avevamo parlato diffusamente nel nostro articolo sulla storia delle pensioni), il costo di questo invecchiamento strutturale sarà nettamente più alto di quanto non ci fossimo aspettati inizialmente.

In particolare, la prospettiva è così negativa anche a causa delle prospettive molto ottimistiche (parole testuali della banca centrale) con cui il nostro paese è partito, sia riguardo alla produttività, sia sull’occupazione.

Non siamo comunque le uniche pecore nere dell’unione: hanno presentato stime votate all’ottimismo sull’occupazione anche Spagna, Cipro, Grecia e Portogallo. Ancora più lunga la lista degli ottimisti riguardo la produttività: Belgio, Spagna, Cipro, Lussemburgo e Portogallo.

Gli obiettivi da raggiungere non sono esattamente a portata di mano: la spesa pensionistica dovrà sicuramente scendere (in Italia come in Cipro, Portogallo, Estonia, Spagna, Grecia, Francia e Lituania), ma al contempo è ormai certo che i costi della sanità e dell’assistenza saranno costretti ad aumentare.

Il bollettino europeo, a questo punto, è chiaro: “in assenza di riforme che riducano la disoccupazione strutturale e stimolino la crescita potenziale, i costi dell’invecchiamento saranno sostanzialmente più elevati in questi paesi.” (quelli che hanno bisogno di diminuire la spesa pensionistica ed hanno allo stesso tempo ipotesi ottimistiche, nda).

Insomma, ancora nulla è sicuro, spiega nella sua parte finale il bollettino, ma certamente la situazione è da mantere sotto controllo ed in costante stato di vigilanza.

A questo punto l’Europa potrebbe imporre al nostro paese di “ritirare” gli arrangiamenti alla riforma Fornero? Nulla è ancora sicuro, se non che, per l’Italia, l’invecchiamento è un costo sempre più pesante.

E tu cosa ne pensi? L’UE imporrà atre misure ancora più strette per scampare a questo rischio?

FONTE: Il Giornale

Post a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *