Proseguiamo con l’analisi delle principali blue chip italiane e americane. Nelle prossime settimane, andremo a presentare ogni singola azienda italiana e non, per poi cominciare ad analizzarle sia da un punto di vista fondamentale (bilanci) e sia da un punto di vista grafico.
Ecco gli argomenti che tratteremo:
Dopo aver parlato di Eni la scorsa settimana, quest’oggi andiamo a scoprire la principale blue chip italiana del settore bancario: Intesa SanPaolo.
Chi è e cosa fa l’Intesa SanPaolo?
Intesa Sanpaolo è un istituto bancario italiano attivo dal 2 gennaio 2007, nato dalla fusione per incorporazione di Sanpaolo IMI in Banca Intesa. Ha sede legale a Torino. Al 31 luglio 2015 risulta come primo gruppo bancario italiano per capitalizzazione.
La sua storia
La fusione tra le due banche, annunciata ad agosto 2006, si è poi concretizzata nel dicembre dello stesso anno. La nuova società bancaria ha adottato il modello di governance duale, sistema di derivazione germanica, introdotto con la riforma del diritto societario del 2003, che vede la compresenza di un Consiglio di sorveglianza (che esercita molti poteri tradizionalmente riservati all’assemblea) e di un Consiglio di gestione. In Italia, è la prima applicazione di questo modello in società di grandi dimensioni.
Per poter servire meglio le diverse zone del paese si è data una particolare organizzazione definita “banca dei territori”. In questo contesto risulta importante la sua presenza nel Mezzogiorno di Italia con più di 1000 sportelli e la presenza della sua partecipata il Banco di Napoli. Il suo sostegno all’economia del Sud trova anche un supporto nell’attività promossa, insieme alla Compagnia di San Paolo e all’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, di studi e ricerche per il territorio meridionale affidato all’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno con sede a Napoli.
Nel 2007, a seguito della fusione tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa, per motivi antitrust Intesa Sanpaolo è stata costretta a cedere il controllo delle banche retail Cariparma e Banca Popolare FriulAdria (654 sportelli in tutto) che sono state cedute al Crédit Agricole, già azionista di Intesa Sanpaolo (con il 18%) fin dal 1990 (Banco Ambrosiano).
Sempre a seguito della fusione tra Sanpaolo e Intesa, Banca Intesa ha sciolto la joint-venture con Crédit Agricole Caam Sgr (Credit Agricole Asset Management Sgr) riacquistando il 65 % di Nextra Investment Management, ceduto ai francesi nel dicembre 2005.
Nel 2010 Intesa Sanpaolo ha superato lo stress test effettuato dal Committee of European Banking Supervisors (CEBS). Il test analizzava la solidità patrimoniale degli istituti bancari per verificare le capacità di resistenza alle crisi.
A ottobre 2010 Intesa SanPaolo ha rilevato il 79% di Banca Monte Parma, con un investimento complessivo massimo di circa 230 milioni di euro; l’integrazione è diventata operativa dal febbraio 2012.
Fonte: Wikipedia