Il crollo dei prezzi del petrolio rischia di minare gli sforzi per ridurre l’inquinamento (il famoso riscaldamento globale), a causa di alcuni progetti volti ad aumentare la produzione di petrolio (secondo l’Agenzia internazionale per l’energia).
Cambiamento climatico
Se il costo del petrolio resta vicino ai 50 dollari al barile fino alla fine del decennio, i carburanti convenzionali più economici, ostacolano lo sviluppo di auto elettriche e di biocarburanti che stanno aiutando a diminuire le emissioni di carbonio.
Si stima inoltre, che circa 800 miliardi di dollari di miglioramenti (da un punto di vista dell’efficienza) in auto, camion e aerei andrebbero perduti. I risultati illustrano la complessità della missione delle Nazioni Unite per garantire un accordo storico sul reining delle emissioni di combustibili fossili entro la fine dell’anno.
Se da una parte, abbiamo i prezzi del petrolio bassi , i quali però stanno aiutando il mondo a riprendersi da una crisi economica, dall’altra parte stanno aumentando anche le pressioni concorrenziali sulle tecnologie come: il vento e l’energia solare, dove alcuni progetti richiedono più tempo per pagare le spese sostenute.
Il petrolio e il suo basso prezzo
Secondo il World Energy Outlook pubblicato martedì:
I prezzi bassi non portano buone notizie ai consumatori, infatti l’intera popolazione mondiale ci rimetterà quasi il 15% da un punto di vista del risparmio energetico
Ricordiamoci che il prezzo del petrolio è passato dai 140 dollari al barile del 2008 agli attuali 50 dollari, e questo calo dei prezzi ha colpito anche il carbone e il gas naturale, i principali combustibili per la produzione di energia che competono con l’energia eolica e solare. Prima di questo notevole ribasso, molti facevano benzina con biocarburanti ottenuti da colture come la canna da zucchero e mais, perché era più conveniente secondo l’EIA.
L’impatto maggiore che abbiamo avuto è stato quello di rendere il consumo energetico più efficiente. L’outlook previsto per quanto riguarda la domanda di energia sarà in netto aumento fino al 2040, ma con una correlazione debole con i livelli di crescita e di inquinamento.
Energia rinnovabile
Sempre secondo il rapporto dell’EIA:
Da soli, i bassi prezzi del petrolio non hanno un grande impatto sulla diffusione di tecnologie energetiche rinnovabili, ma tutto questo solo se i responsabili politici rimangono saldi nel fornire le necessarie regole di mercato, le giuste politiche e i necessari sussidi
Le energie rinnovabili hanno preso quasi la metà dei nuovi investimenti nella produzione di energia, e supererà (a livello di investimenti) il carbone come la più grande fonte di energia elettrica dai primi anni del 2030, andando così a prendere una fetta di mercato del 50% nell’unione europea entro il 2040, il 30% in Cina e Giappone e il 25% negli Stati Uniti e in India.
Tali investimenti aiutano a contenere l’aumento globale delle temperature a 2,7 gradi Celsius entro la fine del secolo, secondo i calcoli dell’EIA. Questo obbiettivo supera l’obiettivo minimo dei 2 gradi adottata dalle Nazioni Unite, ma rimane sempre inferiore alle stime degli oltre 4 gradi fatte dagli scienziati.
Fatih Birol (direttore esecutivo dell’EIA), ha dichiarato:
Il settore energetico è la più grande fonte di emissioni di gas serra, e di conseguenza deve essere sempre al centro dell’azione globale per affrontare il cambiamento climatico