Statement BCE di giugno: Draghi non soddisfatto

Ripartiamo con il nostro appuntamento mensile con gli statement delle principali banche mondiali, come sempre inizia quella del vecchio continente con le parole del presidente della BCE: Mario Draghi. Vediamo questo mese quali sono state le sorprese che il mercato ovviamente ha già scontato, ma che a noi servono per farci una idea futura sulle possibili scelte.

Se ti sei perso lo statement BCE di aprile o non ti ricordi cosa diceva, non esitare a rileggerlo.

Statement BCE

Analizziamo per “paragrafi” quello che viene detto dal presidente della BCE.

Tassi di Interesse e Politica monetaria

BCE

Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:

  • I tassi di interesse di riferimento della BCE, in base alle analisi economiche e monetarie e in linea con la nostra guida in avanti, la banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi.
  • Per quanto riguarda le misure di politica monetaria non convenzionali, i programmi di acquisto di asset stanno procedendo.
  • Come spiegato in precedenti occasioni, gli acquisti di asset pari a € 60 miliardi di euro al mese sono destinati a funzionare fino alla fine di settembre 2016 e, in ogni caso, fino a quando si vede un adeguamento costante nel percorso di inflazione che è in linea con l’obiettivo di raggiungere i tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2% nel medio – lungo periodo.
  • Le nostre misure di politica monetaria hanno contribuito ad un allentamento delle condizioni finanziarie, un recupero delle attese e delle condizioni di finanziamento più favorevoli per le imprese e le famiglie.

Analisi Economica

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Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:

  • Nel primo trimestre del 2015, il PIL reale nella zona euro è aumentato dello 0,4% sul trimestre precedente, dopo lo 0,3% nell’ultimo trimestre del 2014.
  • Gli ultimi dati di indagine a maggio restano coerenti con una prosecuzione del trend di crescita modesta nel secondo trimestre.
  • La domanda interna dovrebbe essere ulteriormente sostenuta dalle misure di politica monetaria che portano un impatto positivo sulle condizioni finanziarie.
  •  Inoltre, il basso livello del prezzo del petrolio dovrebbe continuare a sostenere il reddito reale delle famiglie e getta e la redditività delle imprese e, di conseguenza, i consumi privati ​​e gli investimenti.
  • Questa valutazione riflette ampiamente quello detto dagli esperti dell’Eurosistema, ovvero che prevedono il PIL reale annuale in aumento del 1,5% nel 2015, 1,9% nel 2016 e del 2,0% nel 2017.

Inflazione

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Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:

  •  Secondo la stima rapida dell’Eurostat, l’inflazione nell’area euro misurata sullo IAPC è stata dello 0,3% nel maggio 2015, dal 0,0% di aprile e rispetto al 0,6% nel mese di gennaio.
  • Sulla base delle informazioni disponibili e gli attuali prezzi dei futures del petrolio, l’inflazione dovrebbe rimanere bassa nei prossimi mesi per salire verso la fine dell’anno.
  • Questa valutazione riflette le proiezioni macroeconomiche per l’area euro, che prevedono l’inflazione misurata sullo IAPC al 0,3% nel 2015, 1,5% nel 2016 e dell’1,8% nel 2017

Situazione prestiti

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Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:

  • Dinamiche di prestito gradualmente migliorate ulteriormente. Il tasso di variazione dei prestiti alle società non finanziarie (corretto per cessioni e cartolarizzazioni) è -0,1% nel mese di aprile, dopo il -0,2% di marzo, continua la sua graduale ripresa da una depressione di -3,2% nel mese di febbraio 2014.
  • Nonostante questi miglioramenti, la dinamica dei prestiti alle società non finanziarie rimangono deboli. Essi continuano a riflettere il rapporto ritardato con il ciclo economico, il rischio di credito, fattori di offerta di credito, e la regolazione continua dei bilanci del settore finanziario e non finanziario.
  •  Il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie (corretti per cessioni e cartolarizzazioni) è ulteriormente aumentato al 1,3% nel mese di aprile 2015, dopo il 1,1% nel mese di marzo.

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