Ripartiamo con il nostro appuntamento mensile con gli statement delle principali banche mondiali, come sempre inizia quella del vecchio continente con le parole del presidente della BCE: Mario Draghi. Vediamo questo mese quali sono state le sorprese che il mercato ovviamente ha già scontato, ma che a noi servono per farci una idea futura sulle possibili scelte.
Se ti sei perso lo statement BCE di dicembre o non ti ricordi cosa diceva, non esitare a rileggerlo.
Statement BCE
Analizziamo per “paragrafi” quello che viene detto dal presidente della BCE.
Tassi di interesse e avvio del QE
Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:
- Sulla base delle analisi economiche e monetarie, in linea con la nostra vision, abbiamo deciso di mantenere i tassi d’interesse di riferimento della BCE inalterati.
- Facendo seguito alle decisioni del 22 gennaio 2015, il 9 marzo 2015, avvieremo l’acquisto di titoli pubblici denominati in euro sul mercato secondario (bond). Continueremo anche l’acquisto di titoli garantiti da attività e covered bond, che abbiamo iniziato l’anno scorso.
- Gli acquisti di ABS sono destinati ad essere effettuati fino alla fine di settembre 2016 e saranno, in ogni caso, portati avanti fino a quando si vede un aggiustamento costante nel percorso di inflazione, che è in linea con il nostro obiettivo di raggiungere un tasso che si avvicina al 2% nel medio termine.
Situazione economica area euro
Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:
- Secondo la stima rapida dell’Eurostat, il PIL reale nell’area euro è aumentato dello 0,3%, rispetto al trimestre precedente, nell’ultimo trimestre del 2014, che era un po ‘più alto di quanto previsto in precedenza.
- Il basso livello del prezzo del petrolio dovrebbe continuare a sostenere il reddito reale disponibile delle famiglie e la redditività delle imprese. La domanda interna dovrebbe essere ulteriormente sostenuta dalle misure di politica monetaria che portano a continui miglioramenti delle condizioni finanziarie, nonché i progressi compiuti nel consolidamento fiscale e le riforme strutturali.
- Le esportazioni dell’area dell’euro dovrebbero beneficiare di un miglioramento della competitività dei prezzi e dalla ripresa globale. Tuttavia, la ripresa nell’area euro è probabile che continui a essere frenata dai necessari aggiustamenti di bilancio in diversi settori e dal ritmo piuttosto lento di attuazione delle riforme strutturali da parte dei governi.
- Esperti della BCE hanno ipotizzato proiezioni macroeconomiche per l’area euro, che prevedono il PIL reale annuale in aumento dell’1,5% nel 2015, dell’ 1,9% nel 2016 e del 2,1% nel 2017
- Però i rischi che circondano le prospettive economiche per l’area euro restano al ribasso, ma sono diminuiti a seguito delle recenti decisioni di politica monetaria e la caduta dei prezzi del petrolio.
Inflazione area euro
Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:
- Secondo la stima rapida dell’Eurostat, l’inflazione nell’area dell’euro misurata sullo IAPC è stata del -0.3% nel mese di febbraio 2015, dopo -0,6% nel mese di gennaio. I risultati negativi riflettono in larga misura l’impatto del calo significativo dei prezzi del petrolio dal luglio 2014.
- Nella valutazione fatta nel marzo 2015 dagli esperti della BCE (proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro), prevedono l’inflazione misurata sullo IAPC allo 0,0% nel 2015, all’1,5% nel 2016 e all’ 1,8% nel 2017. Rispetto a dicembre 2014, la proiezione d’inflazione per il 2015 è stata rivista al ribasso, riflettendo principalmente la caduta dei prezzi del petrolio.
- Al contrario, la proiezione d’ inflazione per il 2016 è stata rivista leggermente al rialzo, e riflette l’impatto previsto delle misure di politica monetaria.
Analisi monetaria e prestiti a società
Come sempre andiamo ad analizzare per punti, per rendere la lettura scorrevole:
- Passando all’analisi monetaria, i dati più recenti confermano il graduale aumento della crescita del fondo monetario (M3). Il tasso di crescita annuo di M3 è salito al 4,1% nel mese di gennaio 2015, dal 3,8% di dicembre 2014.
- Il tasso di variazione dei prestiti alle società non finanziarie (corretti per cessioni e cartolarizzazioni) è pari a -0,9% nel mese di gennaio 2015, dopo -1,1% nel mese di dicembre 2014, continua perciò la sua graduale ripresa da una depressione di -3,2% a febbraio 2014.
- Il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie (corretti per cessioni e cartolarizzazioni) è ulteriormente aumentato allo 0,9% nel mese di gennaio 2015, dopo lo 0,8% di dicembre 2014. .
Conclusioni Finali
Per riassumere, la verifica incrociata dei risultati dell’analisi economica con i segnali provenienti dall’analisi monetaria confermano l’adeguatezza delle recenti decisioni del Consiglio direttivo. L’attuazione determinata di tutte le misure di politica monetaria fornirà da supporto al recupero dell’area euro e a portare i tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo.