Uber-pop: il Tribunale di Milano dice “no”

Abbiamo già parlato di Uber e dei suo modo di operare, quando il servizio che ha reso la vita difficile ai tassisti di tutto il mondo è sbarcato nel paese Iberico (tutte le notizie al riguardo le trovate nel seguente articolo: “Uber: la Spagna (e non solo) dice no“).

Dopo la Spagna, il nuovo modo di gestire i trasporti privati è stato dichiarato illegale o comunque non utilizzabile in numerosi altri paesi, tra cui Corea del Sud, in Germania e in Danimarca.

Ieri, il 26 maggio, anche il TAR di Milano ha emesso la sua sentenza dopo la causa civile che era stata intentata alla società dai tassisti, che dopo numerose proteste e scioperi hanno deciso di affidarsi alla giustizia.

Bloccato solo Uber-pop

Non tutti i servizi di Uber sono stati interdetti: il tribunale ha infatti definito illecito il solo Servizio Uber-pop, che per inciso è anche la maggior fonte di lavoro dell’azienda.

Come funziona il servizio

Il servizio non è come il più costoso servizio Uber-Black, che utilizza guidatori in possesso di una licenca NCC (Noleggio con Conducente).

Uber-pop non utilizza guidatori di professione, ma semplici dipendenti che tuttavia devono avere alcuni requisiti specifici per poter lavorare. Tra le altre, i drivers devono avere una fedina penale pulita (cosa che invece non è richiesta per i tassisti), non aver subito una sospensione della patente (cioè non aver commesso infrazioni gravi al codice della strada) da almeno 10 anni ed essere in possesso di un’auto con meno di 10 anni di età.

Il servizio ha tariffe piuttosto basse e competitive, che cambiano da città a città: si articola in una tariffa base (un minimo sindacale, che però al contrario dei tassi non ha differenze tra chiamata diurna e notturna) e in una tariffa basata sul tempo di viaggio e dei chilometri percorsi. Generalmente, un viaggio con Uber-pop è meno costoso di un viaggio in taxi.

La sentenza e i risultati

Il tribunale ha accolto ieri il ricorso dei tassisti, ed ha definito il servizio che abbiamo appena delineato “concorrenza sleale”. A seguire, il giudice ha disposto il blocco dell’attività entro quindici giorni, o dovrà pagare una penale di 20000 euro per ogni giorno di attività illecita.

Il tribunale si è definito “spiacente per i driver che perderanno una risorsa economica”.

“Siamo molto dispiaciuti per la decisione presa oggi su Uberpop, una decisione che rispettiamo ma non comprendiamo” commenta Zac De Kievit, il legale di Uber Europa “Ora faremo appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura, affidabile e economica per muoversi nelle loro città”.

E tu, da che parte stai? Con Uber o coi Tassisti?

FONTE: La Stampa

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